Made with hundreds of Actimel yogurt bottles collected over several years, this luminous wall sculpture takes the shape of a large transparent dome from which a soft, diffused light filters through. The bottles, arranged in a dense and regular pattern, become luminous modules that transform an everyday object into a poetic and collective element. Each bottle represents a day, a repeated gesture, a fragment of life. The accumulation over time becomes a material memory: an intimate archive of daily life, of the personal and familial ritual of “drinking one a day.” The light passing through the dome amplifies this story, turning consumption into a constellation, routine into a luminous landscape. The work invites reflection on the relationship between habit and time, between consumption and memory, between what we discard and what, unconsciously, defines us.

Realizzata con centinaia di bottigliette di yoguth Actimel raccolte nel corso di diversi anni, questa scultura luminosa si presenta come una grande cupola trasparente, da cui filtra una luce morbida e diffusa. Le bottigliette, disposte in una trama fitta e regolare, diventano moduli luminosi che trasformano un oggetto quotidiano in un elemento poetico e collettivo. Ogni bottiglietta rappresenta un giorno, un gesto ripetuto, un frammento di vita. L’accumulo nel tempo si traduce in memoria materiale: un archivio intimo della quotidianità, del rito personale e familiare del “bere uno al giorno”. La luce che attraversa la cupola amplifica questo racconto, trasformando il consumo in costellazione, la routine in paesaggio luminoso. L’opera invita a riflettere sul rapporto tra abitudine e tempo, tra consumo e memoria, tra ciò che scartiamo e ciò che, inconsapevolmente, ci rappresenta.