Created for the Nakanojo Biennal, Living in a Box is an installation that takes shape inside a Japanese school. The work depicts an imaginary city built entirely from aluminum cans collected by local residents and partly supplied by the Italian Aluminum Packaging Consortium (CIAL). The small “houses” of this city rise one atop another—compact and windowless—forming a densely layered, almost claustrophobic landscape. No human presence seems to belong there. This deliberately closed and oppressive configuration becomes a metaphor for contemporary living: an existence compressed into limited spaces, marked by repetitive rhythms and a constant search for balance between freedom and constraint. Living in a Box invites viewers to reflect on the relationship between community, sustainability, and models of habitation, offering a poetic yet critical meditation on the ways we construct and inhabit both our physical and inner cities.
Realizzata in occasione della Biennale di Nakanojo, Living in a Box è un’installazione che prende forma all’interno di una scuola giapponese. L’opera rappresenta una città immaginaria costruita interamente con lattine di alluminio raccolte dagli abitanti del luogo e fornite in parte dal consorzio per il riuso degli imballaggi in alluminio (CIAL). Le piccole “case” di questa città si innalzano l’una sull’altra, compatte e prive di finestre, a comporre un paesaggio densamente stratificato, quasi claustrofobico. Nessuna presenza umana sembra potervi abitare. Questa configurazione volutamente chiusa e soffocante diventa metafora del vivere contemporaneo: un’esistenza compressa in spazi limitati, scandita da ritmi ripetitivi e dalla costante ricerca di equilibrio tra libertà e costrizione. Living in a Box invita a interrogarsi sul rapporto tra comunità, sostenibilità e modelli abitativi, proponendo una riflessione poetica e critica sul modo in cui costruiamo e abitiamo le nostre città interiori e materiali.